Le nostre radici affondano nella corriera:

corriera /ko’r:jɛra/ s. f. [da corriere]. – 1. (ant., trasp.) [in passato, vettura a cavalli] ≈ diligenza. 2. (disus.) [autoveicolo che fa servizio pubblico di trasporto per viaggiatori, corrispondenza, pacchi da un paese all’altro] ≈ autocorriera, bus, pullman, (disus.) postale, torpedone..

e non nei sofisticati autobus di ora. Vorrei raccontarvi tante cose che sono nella memoria. Perché le trovo affascinanti e ricche. Ricche di quelle cose che oggi non ci sono più. Molte mi sono state raccontate e molte le ho vissute. Si prendeva la corriera quando si andava in vacanza al mare con le strade di una volta! Ogni viaggio era un’avventura! Per andare al mare impiegavano un giorno intero! Si prendeva la corriera per andare a scuola e prendevano la corriera gli abitanti delle campagne che volevano venire in città per il mercato settimanale. E tutto nacque proprio dall’intuito di un uomo di campagna che aveva capito le esigenze e le difficoltà degli altri e che non avendo le possibilità economiche di acquistare autobus nuovi, trasformava vecchi automezzi militari in quelli che poi sarebbero diventati mezzi di aggregazione. Le persone le andava a prendere a casa e le portava dove volevano. Organizzava viaggi per andare a ballare. Riesco a percepire la felicità di quelle persone che, trascorsa la guerra, potevano tornare a sognare e a divertirsi. Nei viaggi lunghi si portava il pranzo da casa. Si apparecchiava su un prato e si mangiava tutti insieme. A volte i passeggeri scendevano e spingevano il bus per farlo ripartire, tanto i mezzi erano vecchi.  Ma tutto era divertente. Anche le difficoltà.

Siamo caduti molte volte ma sempre ci siamo rialzati. Perché quello che abbiamo vissuto e quello che ci hanno raccontato ha trasmesso a noi tutti il pensiero che l’aggregazione è un elemento di cui le persone non  possono fare a meno e noi, che questo mestiere è il solo che sappiamo fare, cerchiamo di continuare a realizzarlo nel migliore dei modi. Per voi.